Made in PRC: Cosa Significa Questa Sigla? Tutto ciò che c’è da Sapere sul Made in China!

Quante volte su un’etichetta abbiamo potuto leggere “Made in PRC” (o PCR made)? Cosa significa made in PRC? In molti non sanno cosa significhi questa dicitura: in questo articolo vogliamo spiegarvelo.

Si tratta di una sigla che è cominciata a comparire recentemente sulle etichette di vestiti, elettronica e anche attrezzatura tecnica.

Non ci sono però paesi che chiamiamo PRC e quindi è più che lecito chiedersi a quale paese, a quale nazione si riferisca tale dicitura.

Come avremo modo di vedere più avanti usare tale siglatura è un piccolo artificio per migliorare la reputazione di un paese al quale è associata una produzione di bassa qualità e non esattamente al passo con quelle europee e americane, almeno nell’immaginario collettivo.

Che cos’è la PRC? Lo scopriremo tra pochissimo.

Made in P.R.C., che vuol dire “Made in Repubblica Popolare Cinese”

La sigla made in PRC è arrivata a sostituire la dicitura Made in China, con un’operazione di marketing che però non sembrerebbe aver sortito gli effetti sperati, almeno stando a quello che ci raccontano i commercianti.

Il marchio made in China, complici anche delle produzioni non esattamente al top, ha finito per associarsi a produzioni di scarsa qualità, sicuramente più economiche ma anche meno durevoli, meno resistenti, meno funzionali e talvolta neanche omologate.

Per correre ai ripari, o meglio, per cercare di ricrearsi una verginità commerciale, si è deciso per passare alla dicitura che riporta, seppur in sigla, il nome completo del paese, ovvero Repubblica Popolare Cinese.

Made in China e Made in PRC: ci sono differenze?

Per rispondere alla domanda di questo paragrafo, no, non ci sono differenze, e un nome vale l’altro per indicare la provenienza del prodotto che ci siamo portati a casa.

Se fosse presente una qualunque delle due sigle, vorrà dire che il prodotto è stato realizzato nella Repubblica Popolare Cinese, in quella che gli americani chiamano China Mainland, per separarla dal totale del territorio che è invece controllato politicamente da Pechino, che comprenderebbe anche Taiwan.

Taiwan, regione a statuto speciale, produce anch’essa prodotti di elettronica, ma al suo nome non è associato alcun sentimento di tipo negativo.

I prodotti che provengono da questa particolarissima regione comunque cinese (seppur con un certo grado di indipendenza) riportano con un certo orgoglio la dicitura Made in Taiwan.

Made in PRC vuol dire prodotti di bassa qualità?

Non necessariamente, e sebbene anche in Europa e in Italia arrivino prodotti made in China che non sono esattamente il top, moltissima dell’elettronica di altissima qualità che utilizziamo ogni giorno è stata prodotta o quantomeno assemblata proprio in Cina o, secondo la nuova dicitura, in PRC.

Pensiamo ai prodotti Apple, come i popolarissimi iPhone, o anche ai Macbook, che vengono assemblati e in parte prodotti proprio nella PRC (e che riportano questa dicitura, pur se accompagnata poi al Designed in California che dovrebbe, almeno nelle intenzioni di Apple, conferirgli un tocco di nobiltà).

Pensiamo anche alle nostre console di gioco, come potrebbe essere ad esempio la Playstation Sony oppure la Xbox di Microsoft.

Anche in questo caso siamo davanti a prodotti di indubbia qualità, che vengono però assemblati in Cina.

La cattiva reputazione del Made in China, che poi si è trasformato in Made in PRC, è dovuta sicuramente non alla merce di marca, ma piuttosto all’enorme quantità di prodotti a prezzo bassissimo che arrivano nei nostri negozi.

Non tutta la merce prodotta in Cina, a scanso di ogni equivoco, dovrebbe essere considerata in base a quello che è il prodotto nel concreto e non solo in base all’etichetta che ne indica la provenienza.

Made in Prc: Sigla Cina sull’etichetta dei vestiti cinesi

Anche quando dovessimo trovare la dicitura Made in PRC sui capi di abbigliamento, varrà lo stesso discorso che abbiamo fatto poco sopra.

Si tratta di capi che sono stati tagliati, cuciti e confezionati in Cina. Oggi ne vediamo sempre meno, complice anche il fatto che l’industria tessile cinese si è ristrutturata e si è concentrata su capi “particolari”, come il copri spalle e l’intimo.

Anche in questo caso la provenienza dice in realtà poco sulla qualità: moltissimi grandi marchi hanno cominciato a produrre in PRC, mantenendo, almeno a grandi linee, la qualità che avevano quando producevano invece in Italia.

Il marchio made in PRC però, per le leggi commerciali vigenti, ci dice pochissimo o nulla sulla provenienza dei tessuti: potrebbero essere uzbeki, egiziani, turchi, indonesiani e chi più ne ha più ne metta: per il Made in continua a fare fede il luogo ultimo di lavorazione.

Sperando di aver risposto a tutte le domande, vogliamo salutare i nostri lettori consigliando di leggere il testo dedicato ai siti cinesi come Amazon! Buono shopping!

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